Se dicessi di non aver notato nessun cambiamento tra lo svolgimento della festa di Sant’Agata di quest’anno rispetto agli anni passati, certamente mentirei a me stesso.
È vero che ci sono sempre i soliti problemi: è vero che non riusciamo a rispettare le ordinanze sulla cera; che l’abusivismo commerciale imperversa nei giorni di festa, e sembra che nessuno sia in grado di porre un freno a certi abusi. Ma è anche vero che, rispetto al passato, la dimensione spirituale ha guadagnato terreno sul mero folklore. Sempre più devoti hanno capito il senso del sacco bianco che indossano e sono un ricordo ormai sbiadito le baruffe dentro la cattedrale per bloccare il rientro della Santa.
È un percorso, non ancora un successo. Noi catanesi ne dobbiamo fare di strada, e nel tragitto accidentato che ci separa dal traguardo, spesso è facile inciampare. Ma fortunatamente abbiamo anche imparato a rialzarci.