Non voglio entrare più di tanto nel merito della querelle avanzata da una importante emittente televisiva siciliana contro un’altra azienda editoriale che si è aggiudicata di fatto l’esclusiva della diretta delle celebrazioni all’interno della cattedrale di Catania in occasione della festa di Sant’Agata.
Certo è però che fa un po’ effetto constatare che chi ha detenuto per decenni il monopolio dell’informazione in Sicilia, adesso scalci affinché si rispetti il pluralismo. D’altro canto, i festeggiamenti della Santa Patrona sono un patrimonio di tutti i catanesi e dovrebbero andare ben oltre le regole del marketing e i cavilli legali. Sia chiaro: l’appunto in questo caso non è rivolto certo alle emittenti televisive, che di marketing campano.
La Curia di Catania, forse, avrebbe potuto essere un tantino più cauta prima di “appaltare” una diretta nella casa di Dio. In fondo, non siamo mica al festival di Sanremo.