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Non sapevo che ci fossero così tanti giuristi ed esperti di moda nel circondario. Nelle ultime ore, al bar così come sui social (che poi è la stessa cosa) ho scoperto sedicenti professori di diritto indignati per la nomina di Presidenti del Consiglio non “eletti” dal popolo e opinionisti di prim’ordine pronti a sindacare sulla costosissima maglia di Agnese Renzi, a quanto pare non libera di spendere i suoi soldi come meglio crede.

Sono due esempi del ‘bestiario’ a cui dobbiamo assistere quotidianamente e rappresentano appieno le perplessità che – qualche tempo addietro – il compianto Umberto Eco evidenziò parlando della deriva del diritto di parola offerto dai social network a “legioni di imbecilli”, cito testualmente, così non si offende nessuno. Il problema, sia chiaro, non sta certo nell’esprimere un giudizio polemico ma nel farlo con cognizione di causa.

E così, chi si lamenta del fatto che il Presidente del Consiglio non sia eletto dal Popolo, a quanto pare non ha letto la Costituzione. E chi accusa o insulta una donna per le sue scelte in merito all’abbigliamento non ha capito nulla di libertà. Strano che poi tutti questi contestatori copia-incolla non ripetano altro che la parola “libertà” come un mantra. E in effetti, quando la gente è libera di fare ciò che vuole, si imita a vicenda.



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