Leggere l’ultimo rapporto Istat sulla povertà e scorrere la lista fino alla voce “Sicilia” è come attendere con trepidazione l’esito di un esame scontato. Bocciati. La Sicilia è ancora fanalino di coda rispetto a tutte le altre regioni; siamo la popolazione che – secondo i dati dell’istituto di statistica – patisce maggiormente la crisi e l’assenza di prospettiva.
Quattro cittadini su dieci rischiano di sprofondare nella povertà grave e anche la bassa intensità lavorativa fa la sua parte. In un territorio arido e improduttivo questi indici potrebbero essere giustificati. Ma la Sicilia “povera” secondo l’Istat, altro non è che un forziere di risorse spremuto e illuso; raggirato puntualmente in periodo elettorale con false promesse e poi abbandonato.
Poveri e soli, noi siciliani ci sentiamo così: sospesi tra la bellezza mozzafiato dell’etna e le strade colabrodo; tra lo splendore dell’archeologia e i lavoratori sfruttati; tra chi lotta per la legalità, seguendo le regole, e chi preferisce gli affari mafiosi. Chissà se un giorno ci stancheremo veramente di essere gli ultimi della lista.
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