Certe volte mi chiedo se compatire o temere i giovani che si disinteressano a tutto ciò che può definirsi serio e preoccupante: della guerra che ci riguarda sempre più da vicino; della mafia che ci sta rubando il presente e il futuro; dell’assenza di prospettive.
Se non ci credete, provate a confrontare la percentuale di condivisioni su internet di video demenziali, volgari, insensati, rispetto a tutto ciò che riguarda argomenti di attualità. Scoprirete un divario impressionante, che viene in parte riequilibrato solo nei giorni in cui succedono avvenimenti catastrofici. Per carità, non si può parlare sempre di notizie tristi e angoscianti: c’è un tempo per lo svago e la spensieratezza e un tempo per la riflessione. Il problema sorge quando chi dovrebbe rappresentare la speranza del nostro futuro mostra insofferenza totale nei confronti della realtà.
Ragazzi e ragazze che conoscono a memoria i casting delle fiction ma guai a parlargli di un telegiornale. Forse non pensano che le brutture e il presente del mondo in cui vivono meritano anche la loro attenzione. Perché prima o poi dovrete togliervele le cuffie e uscire dalla vostra stanzetta. Possibilmente prima di aver compiuto 40anni