Fiumi di inchiostro sono stati versati appena pochi mesi fa per difendere il sogno dell’italo-danese Marco, sfrattato da un rudere che aveva occupato abusivamente e coltivato nel cuore di Catania portandosi i suoi animali. Solidarietà, petizioni, accorati appelli, e alla fine al ragazzo è stata concessa anche una casa.
L’idillio però è improvvisamente finito ieri, quando il nostro amico definito “pacifista, agricoltore, animalista”, è stato arrestato dalla polizia dopo aver picchiato e stuprato brutalmente la sua compagna, tanto da imporre un ricovero d’urgenza per lesioni gravissime. Il dato più raccapricciante però, almeno stando al resoconto della polizia, è l’atteggiamento del Danese sedicente amico degli animali (ma decisamente meno degli uomini), che avrebbe ammesso con aria di vanto tutte le violenze commesse poco prima.
Va da sé che la schiera di difensori sfegatati del tribunale di internet si sia improvvisamente defilata, lasciando spazio a un tombale silenzio. Un po’ di cautela prima, magari, non avrebbe guastato.