La paura di essere vittima di misteriosi sortilegi, la disperazione e una buona dose di ignoranza: basta questo in Sicilia per innescare un corto circuito senza uscita. A Marsala ieri si è rischiato di assistere a un duplice omicidio.
L’autore, che fortunatamente non è riuscito nel suo intento di morte, ha accoltellato un ottantenne e la figlia di 50 anni perché convinto che da quella famiglia fossero partiti sortilegi maligni contro sua moglie. Per un attimo mi è sembrato di tornare agli scenari cupi del medioevo, con la caccia alle streghe e la brutalità insensata dei roghi e delle esecuzioni sommarie. Cinquecento anni dopo quelle follie, ci ritroviamo davanti a un episodio che dovrebbe far riflettere, perché una parte della società evidentemente è stata lasciata indietro mentre il mondo correva avanti.
E così, un marito in pena per la malattia della moglie ha scelto quella che credeva la strada meno impegnativa alla risoluzione del problema: ammazzare la famiglia di ‘stregoni’ per far svanire le sventure. Ma un coltello, due volte su tre, le sventure le provoca, non le scongiura.