Il coraggio di don Palmiro Prisutto, parroco di Augusta che da vent’anni denuncia il genocidio delle vittime da inquinamento ambientale, sembra essere inversamente proporzionale all’interesse generale ad ascoltarlo.
Eppure i morti aumentano, così come l’indifferenza che in questo bellissimo Comune in provincia di Siracusa sembra farla da padrona. L’ultima trovata del sacerdote-coraggio è stata quella di promuovere un invio collettivo delle tessere elettorali al Quirinale per attirare l’attenzione del Presidente della Repubblica sul fenomeno inquinamento. Peccato però che in pochi, tra i cittadini del quadrilatero industriale di Priolo, Augusta, Siracusa e Melilli, si siano fatti avanti per appoggiare l’iniziativa. Vuoi perché le fabbriche dei veleni offrono posti di lavoro in tempo di crisi, vuoi perché i più preferiscono attribuire al ‘caso’ l’altissimo numero di tumori registrati negli ultimi anni in provincia.
E poi don Palmiro dovrebbe sapere che in questo periodo l’attenzione è tutta proiettata sulle battaglie importanti: ci sono gli Europei di calcio. I malanni di Augusta possono aspettare.