Da una recente inchiesta dell’Unione degli Universitari emergono dati sconfortanti circa il costo delle rette degli Atenei in Italia. Si parla di un aumento del 61% della pressione fiscale universitaria dal 2009 ad oggi e francamente, al netto della crisi globale, il dato sembra veramente esagerato. Come spesso accade, escludendo le poche borse di studio a disposizione e i redditi minimi, sono le famiglie medie a risentire del salasso.
Colpa, da un lato, delle minori erogazioni di fondi pubblici e dall’altro dell’incapacità di offrire adeguate soluzioni ‘collaterali’ agli universitari italiani, che ben poco sanno – soprattutto perché ben pochi Atenei hanno stipulato apposite convenzioni – dei prestiti d’onore, da scomputare dopo l’ottenimento del titolo di studio e a patto di raggiungere annualmente determinati obiettivi. L’Italia, insomma, rimane stritolata dalla propria arretratezza, se non culturale di certo gestionale.
Le Università continuano a ragionare in modo antico, con carrozzoni molto spesso poco tecnologizzati e al contempo costosissimi. Tutto, o quasi, sulle spalle delle famiglie medie, dei loro stipendi bassi e la soglia di sopportazione fin troppo alta.
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