Tra i pochi ricordi che ho del periodo delle scuole elementari c’è quello di un bambino paffutello, col viso triste e la voce spesso rotta dal pianto. Piangeva e stava in disparte perché era diventato bersaglio di un gruppo di bulli della peggior specie: figli di papà arroganti, col viso pulito e la lingua lunga.