Arrivo tardi nel dibattito infuocato sull’intervista di Bruno Vespa al figlio del boss Totò Riina, ma solo perché prima ho voluto assistere allo spettacolo dell’indignazione, quella autentica e quella telecomandata. L’intervista al figlio di un boss l’avrebbe qualunque giornalista, inutile prenderci per i fondelli.