Da anni seguo con interesse la storia del testimone di Giustizia Ignazio Cutrò: un imprenditore edile agrigentino che si è ribellato al racket; ha collaborato con la magistratura e per questo è stato costretto a chiudere la sua attività nel 2015, accumulando debiti con alcune banche e con lo Stato proprio a causa dei ricatti mafiosi a cui non si è piegato.